TU SEI
MIO FIGLIO
L’AMATO !
COMMENTO DI DON GIULIO FABRIS
A giudizio della maggioranza degli studiosi, il battesimo nel Giordano è tra i dati più sicuri della vita di Gesù. Marco lo riceve dalla tradizione, e ce lo trasmette assieme alla predicazione messianica di Giovanni, detto il Battezzatore: vive nel deserto, con un vestito di crine, fatto con peli di cammello ed una cintura di pelle ai fianchi, segni della sua povertà.
Sappiamo che conduce una vita ascetica, alimentandosi solo di locuste cotte e miele selvatico, come gli abitanti del deserto e, soprattutto, la sua predicazione diventa il passaggio diretto alla storia di Gesù perché: “Viene dopo di me colui che è più forte di me”. “Tu sei il Figlio mio, l’amato”. Colui che ha vinto il mondo. E’ grazie al sacramento del Battesimo che siamo diventati tutti figli di Dio. L’immagine di “Colui che è più forte” e la contrapposizione tra il battesimo con acqua e quello nello Spirito Santo descrive il nuovo rapporto tra Gesù e il Battezzatore. Giovanni ha concluso la sua attività: il battesimo nello Spirito Santo che Colui che è più forte conferirà, supera quello infuso con l’acqua: “Colui che viene battezzerà con Spirito Santo e fuoco”, che non va interpretato come tempesta e fenomeno concomitante al giudizio ma, come quello che salva. Dopo il battesimo, Gesù esce subito dall’acqua, ma la venuta dello Spirito non è effetto del battesimo somministrato da Giovanni. L’aprirsi del cielo fa sì che lo Spirito esca e la voce si faccia sentire: è finito il tempo dell’attesa. La venuta dello Spirito qui è descritta con il paragone di una colomba, come quella che indicò a Noè che le acque del diluvio universale si erano ritirate e iniziava un tempo di misericordia. Giunge a Gesù una voce dal cielo, e in questo caso Dio parla direttamente a suo Figlio. Anche noi, oggi, siamo chiamati a rinnovare la fede, come appartenenza e anche come appropriazione sempre più autentica del suo contenuto. All’inizio, c’è una relazione con il Signore che tocca la mia vita. Poi, c’è il solo battesimo in cui la fede diventa contenuto. Gioiamo allora di questo grande e gratuito amore di Dio per noi! Torniamo a quell’acqua e ringraziamo il Signore di averci amati e accolti. Torniamo con la nostra mente al nostro Battesimo, a quanto è successo in quel giorno, affinchè quella realtà riviva in noi oggi e possiamo realmente, con Cristo, contemplare il cielo aperto su di noi, ricevere nuovamente lo Spirito e udire la voce di Dio che, nonostante la nostra miseria e il nostro peccato, ci dice: “Tu sei mio figlio”.
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