Testimonianza alla luce. La gioia scandisce le letture nella domenica Gaudete: dalle parole di Isaia, annuncio messianico di liberazione, alle parole di Paolo alla comunità di Tessalonica. Il motivo di questa gioia lo annuncia l’ultimo dei profeti, Giovanni il Battista, testimone della luce vera che viene nel mondo e che chiede una vera conversione.
Commento di DON MARIO ALBERTINI
1 – “in ogni cosa rendete grazie” è l’esortazione che ci fa san Paolo nella seconda lettura. Siamo capaci di ringraziare sempre il Signore, riconoscendo che tutto è dono suo? Se crediamo davvero che Dio ci vuole bene, e che ci guida anche se talvolta attraverso strade difficili, le quali tuttavia sono le sue strade: se crediamo a questo, comprendiamo il dovere di ringraziare il Signore per il dono della vita, e per tanti piccoli o grossi doni che sperimentiamo ogni giorno.
Rendere grazie! – Soprattutto per quel dono straordinario che celebreremo a Natale: Gesù, il Figlio di Dio che si fa uomo e ci salva dal male.
2 – Nella prima lettura il profeta Isaia parla della gioia: “Io gioisco pienamente nel Signore – esclama – e la mia anima esulta nel mio Dio”; parole che abbiamo ripetute nel salmo responsoriale, in unione a Maria che le ha fatte sue nel cantico del Magnificat.
I motivi per gioire ed esultare, Isaia li trova nel fatto che Dio opera a favore di tutti coloro che sono nella tribolazione e nel bisogno. E questo deve dare anche a noi serenità, gioia spirituale. La nascita di Gesù è sorgente di questa gioia.
3 – Questo nelle due letture; nel brano del vangelo sottolineo due cose interessanti.
La prima: Giovanni afferma di essere una voce, soltanto una voce. L’importanza della voce sta nelle cose che pronuncia: il suono della voce passa, ma la parola detta può essere ricca di conseguenze; è come se Giovanni affermasse: io non sono importante, ma dico una cosa importante, dico Gesù. Gesù è importante, perché è lui la Parola.
Ed ecco l’insegnamento per noi: essere, con la vita, voce che dà testimonianza a Gesù, far sì che la nostra vita sia coerente con la nostra fede; quello che professiamo in chiesa influisca sul nostro comportamento quotidiano.
E poi: Giovanni dice ancora: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”. E questa affermazione giunge a noi come invito a conoscere davvero il Signore, a conoscerlo meglio, a una ricerca più profonda per
riconoscerlo in mezzo a noi, riconoscerlo nei piccoli o grandi avvenimenti della nostra vita e della storia.
Proviamo a ripensare a quanto la parola di Dio ci ha proposto questa sera. Può darsi che nell’ascoltarla voi abbiate colto anche altre cose altrettanto o più belle; comunque vi esorto a ricordare anche queste come preparazione al Natale: rendete grazie in ogni cosa, coltivate la serenità dell’animo, siate una voce che testimonia l’infinita bontà di Dio, un Dio da conoscere di più e da riconoscere presente nella nostra vita.
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