L’attesa sapiente del Signore. La litur-
gia della Parola ci invita a considerare il clima di attesa, di speranza che anima la vita della chiesa, con lo sguardo rivolto al ritorno di Cristo. La ricerca del Signore e la nostra conversione si rivelano così, alla luce della parabola, un saper attendere e accogliere con sapienza la venuta dello «sposo», per poter entrare nel suo Regno.
Persone sagge e persone stolte. Gesù ne parla non solo in questa parabola, ma anche in altre: saggio, dice altrove, è chi costruisce sulla terra solida, stolto chi costruisce sulla sabbia…
Cosa intende Gesù per saggezza? Lo comprendiamo facilmente se teniamo presente la prima lettura di questa Messa. Lì si parla della sapienza, che viene presentata quasi fosse una persona, e si dice che occorre cercarla, ma nello stesso tempo che è lei a cercare noi e quindi occorre lasciarsi trovare: “Essa medesima – è scritto – va in cerca di quanti sono degni di lei”. Saggezza quindi, o sapienza, è come è detto nel salmo responsoriale, è anzitutto sentire sete di Dio, è cercarlo: “O Dio, tu sei il mio Dio, di te ha sete l’anima mia”, te io cerco.
Ed è proprio questo che Gesù intende insegnare con la parabola. Dice che sagge sono state quelle ragazze che si erano fornite di olio sufficiente per la loro lampada, così da essere pronte all’arrivo del festeggiato. La saggezza, o la sapienza è fare di tutto per essere pronti ad incontrare il Signore che viene.
Ma come lo si cerca? Anzitutto con la preghiera, con l’approfondimento del vangelo, con la riflessione sulla Parola di Dio. Questo tipo di ricerca permette di cogliere il gusto vero della vita che Dio continua a donarci. Ho detto gusto, e infatti la parola stessa “sapienza” significa cogliere il sapore (sapienza e sapore hanno la stessa etimologia), quindi appunto cogliere il gusto della vita che ci è donata.
Dunque Dio lo si cerca con la preghiera, ma non solo; anche nelle cose che costituiscono la nostra giornata, nelle attività che svolgiamo: in casa, in ufficio, a scuola, dappertutto.
Ma occorre precisamente l’olio nella lampada. cioè una fede viva, che si traduca in gesti di bontà, una fede – scrive san Paolo – operativa nella carità.
Comprendiamo allora perché Gesù identifica la saggezza con la vigilanza: Vegliate dunque… Dio può venirci incontro anche nell’imprevisto, nella gioia o nel dolore, in un sentimento buono, una ispirazione ad essere buoni, una parola sentita, una persona incontrata… E’ saggezza stare attenti per riconoscere, lì, il Signore che si fa incontro. Ogni momento può essere decisivo.
Nella parabola quindi dobbiamo sentire una raccomandazione alla vigilanza, ma nello stesso tempo un invito alla speranza. Il grido che risuona nella notte: ecco lo sposo viene!, è l’annuncio dell’incontro con Uno che porta gioia, che ci introduce nella sua festa.
Riassumendo: la saggezza, o sapienza, è una speranza vigilante nel ricercare Dio, sapendo che noi siamo cercati da lui. E’ proprio bello sapersi cercati da Dio.
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