Ott 282023
 

Il comandamento più grande. Da sempre, nella prima alleanza dell’esodo, come nell’annuncio della nuova alleanza di Gesù, l’amore è il cuore pulsante della rivelazione di Dio. Esso però non rimane astratto ma trova manifestazione nell’amore del prossimo, specialmente nei confronti degli ultimi.

Commento di don Mario

      Sui lati delle strade di montagna, quando c’è la neve,  sono infissi dei paletti colorati di giallo; sull’autostrada  da una parte e dall’altra della carreggiata c’è il gardrail.  Paletti e gardrail che funzione hanno? stanno lì per dirti:  questi sono i confini, se esci, finisce male. Ebbene: avete presente i 10 comandamenti? 8 su 10  sono espressi in forma negativa: Non rubare; non  uccidere; non dire il falso; non avere cupidigia… Con  questo: no, no, no – i comandamenti indicano cosa si  deve evitare per non uscire dalla relazione con Dio.  

Gesù però sceglie un precetto positivo, dinamico, non  sul piano di cose da evitare ma su quello dell’agire, e  indirizza verso l’infinito: “Amerai Dio con tutto il cuore,  con tutte le forze, con tutta la mente”. Non si è mai finito  di progredire in questa direzione. 

E poi: “Amerai il tuo prossimo”. Anche lui lo amerai  senza limiti. Gesù dichiara che questo secondo  comandamento è simile al primo. 

 Simile? Noi li vediamo molto diversi, questi due  comandamenti. Comprendiamo il dovere di amare il  Signore che è la bontà assoluta, ma il prossimo che  consiste spesso in persone piene di difetti, e che alle volte  ci sono ostili… Come si può dire che il secondo  comandamento è simile al primo? Eppure ha detto così. E  tutto il Vangelo va in questo senso: l’amore del prossimo  è inseparabile dall’amore che diamo a Dio; amando il  prossimo, amiamo veramente Dio; non amando il  prossimo, non possiamo pretendere di amare Dio.  Sapremo amare veramente Dio se accettiamo di amare  con Dio, e quindi tutte le persone che egli ama. In concreto, come mettere in pratica questo secondo  comandamento?  

 Ci vuole anzitutto un atteggiamento interiore: ed è  quello di riconoscere la dignità di ciascuna persona: tutti  sono voluti da Dio, tutti sono amati da Dio, tutti sono figli  di Dio. A tutti bisogna voler bene. 

 Poi occorre saper compiere azioni che esprimono la  carità. Gesù ha indicato le principali quando ha detto: dar  da mangiare a chi ha fame, da vestire a chi ha freddo,  visitare chi è ammalato, eccetera. Ed è carità non solo  quella materiale ma anche il saper dire una buona parola,  donare un sorriso, dare un po’ del proprio tempo agli  altri, e soprattutto perdonare. Quindi fare del bene. 

 Ricordiamo che Gesù in altra occasione ha indicato la  vera caratteristica della nostra carità dicendo: Amatevi,  come io vi ho amato. La carità fraterna come  prolungamento dell’amore di Gesù per noi. 

 E’ tutto solo teoria? Utopia? No, è una proposta da  accogliere con fiducia; siccome lui ci vuole bene, aiuterà  noi a voler bene: a Dio e al prossimo.

Sorry, the comment form is closed at this time.