Nel mondo accadono fenomeni sui quali abbiamo pochissimo o nessun influsso in quanto essi non dipendono da noi, mentre da noi, sicuramente, dipende il modo in cui li affrontiamo e li viviamo. E da questo dipende in primo luogo la nostra felicità e la nostra salvezza. Mi ha colpito molto la notizia di qualche giorno fa su Nico Rosberg, il quale 5 giorni dopo aver vinto il suo primo e unico titolo mondiale in Formula 1 con la Mercedes, ha annunciato di voler abbandonare il circus da campione del mondo in carica, avendo solo 31 anni. Nico ha scritto: “Sono da 25 anni nelle corse e il mio sogno, il mio unico grande obiettivo, è stato sempre di diventare campione del mondo di Formula 1. Ora che ce l’ho fatta, ho scalato la montagna e sono arrivato in cima, mi sento soddisfatto”.
Grazie Vera Baboun! – (Claudio Imprudente)
A volte la vita riserva incontri inaspettati. Incontri emozionanti che possono cambiare il nostro modo di vedere le cose o, al contrario, confermare quello che già sappiamo, regalandoci una consapevolezza in più: quella di essere in tanti a lavorare per una cultura di pace. È quello che mi è successo la scorsa primavera, quando, a Feltre, alle pendici delle Dolomiti, ho avuto la fortuna di conoscere il sindaco di Betlemme Vera Baboun, in occasione del Premio dedicato ai “Dieci Giusti che non mancheranno mai nel mondo” presso la Comunità di Villa San Francesco. Leggi tutto »
La parabola della casa – (padre Ermes Ronchi)
Il cristianesimo nasce nella casa, non al tempio. L’angelo Gabriele per primo sconfina dal recinto del tempio, fino alla casa di una ragazza di paese, a Nazaret. Sconfina dal sacerdozio e dall’apparato solenne dei riti liturgici, per approdare alla normalità di una ragazza qualunque, alla leggerezza di un luogo qualunque. Al tempio Dio preferisce la casa. Come in quell’inno che dà “Tre volte all’anno ogni tuo maschio comparirà alla presenza del Signore Dio” /Es 23,17), con l’Incarnazione questa legge è capovolta, è lui che si mette in pellegrinaggio verso l’uomo, nel santuario del quotidiano. Un Dio cui piace sconfinare, pascolare nella terra dell’uomo e non nel solito paradiso. “Piace anche a lui nutrirsi di nutrimenti terrestri” (David Maria Turoldo) e scorrere nella vita, nel torrente della vita, entrare nelle case, guardare negli occhi, tessere fili di relazioni. Leggi tutto »
Una montagna di Tenerezza – (G. Carlo Bregantini)
A Natale i paeselli del Molise splendono di una bellezza intima e calda. Una bellezza che mi spinge a non celebrare la messa di mezzanotte in cattedrale. Preferisco passare di paese in paese: visito i bar, ascolto, confesso. Poi presiedo con il parroco del posto la liturgia eucaristica. E così, qualche anno fa, mi trovavo a Macchia Valfortore (CB), un paesino fuori mano, che però possiede una chiesa rinascimentale di rara bellezza e due graziose cappelle lungo le colline che degradano, dolcemente, verso il lago di Occhito. Gli anziani erano rimasti stupiti: mi ero messo ad ascoltare le loro storie mentre concludevano la partitella a carte. Poi li ho rivisti in chiesa, e a quel punto erano loro ad ascoltare me, mentre raccontavo di quel Dio che ci viene incontro, nei panni di un bambino, nella quotidianità di un presepe. Per questo, mi hanno chiesto di rivedere il testo di una loro recita. Ed è con amore che ho loro suggerito alcune sottolineature. Leggi tutto »
Se manca la speranza collettiva – (Lucetta Scaraffia)
Mentre leggiamo che, nella città irachena di Mosul, le milizie del califfato jihadista che cercano di mantenere l’occupazione dell’area sono composte, in parte consistente, da occidentali, nella Francia, Belgio e Germania scosse dai recenti e terribili attentati si è aperta un’interessante riflessione sulle motivazioni che spingono giovani alcuni, ma non tutti, di origini islamiche, a simpatizzare per i talebani, fino a far parte del loro esercito e commettere anche attentati. Ragazzi e ragazze europei in numero preoccupante ormai sono reclutati dall’Isis, in genere tramite internet, ma con motivazioni diverse: per i ragazzi la propaganda insiste sulla violenza, che li affascina. Le giovani donne, invece, sono attratte dall’idea di salvare i bambini bombardati in Siria; alcune, invece, lo sono dall’idea di sposare un arabo bello come un principe, ammirato in fotografia. Motivazioni, come si vede, che poco hanno a che fare con la religione, ma piuttosto sembrano la risposta a una scontentezza diffusa, a un disagio verso la loro vita, che percepiscono come priva di senso.