La primavera scorsa papa Francesco, in una delle sue straordinarie esternazioni, ha dichiarato: “Non andare a trovare i nonni è un peccato mortale”. Non so se si tratti proprio di un peccato né se sia mortale o veniale, ma non importa. Ciò che conta è che sia stato messo il dito su una questione fondamentale, quella del rapporto tra le generazioni. Si tratta infatti di una delle poche valvole di sicurezza nei confronti delle distorsioni di cui soffre la nostra società, nella quale la carta dei valori sembra diventare sempre più sbiadita. Molte ricerche psicologiche ci dicono che i bambini e i ragazzi, almeno fino all’adolescenza, stanno molto volentieri con i nonni. Si confidano con loro, si fanno coccolare, inventano insieme giochi spesso sconosciuti ai genitori, chiedono la loro intercessione per ottenere qualcosa che era stata negata. Leggi tutto »
Oltre ogni formalismo di Papa Francesco
Francesco ascolta in silenzio, commosso. Poi si alza e stringe in un abbraccio i tre testimoni che hanno appena parlato. Sono don Zvonimir Matijević, fra Jozo Puškarić e suor Ljubica Sekerija. Siamo a Sarajevo e i tre hanno appena raccontato al Papa le sofferenze di cui sono stati vittime durante la guerra fratricida degli anni Novanta. Don Zvonimir e frate Jozo, francescano, sono stati perseguitati da miliziani serbi cristiani, suor Ljubica da miliziani musulmani, ma nessuno di loro ha parole di vendetta. “Una volta – dice fra Jozo – ho desiderato morire per porre fine alla mia agonia. Mi è stato talmente difficile resistere che ho pregato la guardia di uccidermi. Ma sono particolarmente grato al Signore, perché non ho mai provato odio per i miei aguzzini. Li ho perdonati”. Don Zvonimir racconta di essere sopravvissuto anche grazie all’aiuto di una donna musulmana di nome Fatima, che gli portava di nascosto del cibo. E suor Ljubica narra di quando uno degli aguzzini, anzichè percuoterla, le portò un frutto. La guerra nei Balcani è stata anche questo, forse soprattutto questo.
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“La giustizia è l’utile del più forte?”
In tema di crisi, c’è sempre il rischio della rassegnazione che trova nel cinismo una sorta di sfogo. Pare proprio avesse ragione Trasimaco quando affermava che “la giustizia è l’utile del più forte”. Questa citazione del filosofo greco, in effetti, sembra essere di grande attualità se guardiamo al panorama italiano, e non solo. Per evitare, però, facili o ambigue estrapolazioni, proviamo a leggere quello che effettivamente dice Trasimaco ne La Repubblica di Platone: “Ciascun governo istituisce leggi per il proprio utile; la democrazia fa leggi democratiche, la tirannide leggi tiranniche e allo stesso modo gli altri governi. E una volta che hanno fatto le leggi, proclamano che il giusto per i governati è ciò che è invece il loro proprio utile, e chi se ne allontana lo puniscono come trasgressore della legge ed ingiusto”. Leggi tutto »
PERCHE’ DIO PERMETTE IL MALE? – Dario Vivian
Confrontarsi con il problema del male significa immergersi in domande, che hanno a che fare non con teorie astratte. Esse nascono infatti dalla viva carne di ogni donna e uomo, inevitabilmente segnata dall’esperienza del negativo. Il male è là, lo troviamo attorno a noi, ma anche in noi. Viene prima delle nostre scelte personali. Infatti inizialmente ne siamo vittime; ben presto, tuttavia, ne diveniamo complici, ratificando con i nostri comportamenti le realtà negative che ci hanno contagiato. Ad esempio: nell’ambiente di lavoro c’è arrivismo e disonestà e questo mi penalizza; allora mi adeguo e divengo disonesto anch’io, per non essere tagliato fuori. Leggi tutto »
Quattro passi, e la vita migliora (Padre U. Sartorio)
Dopo una primavera a dir poco bizzarra, è iniziata l’estate, stagione in cui le attività rallentano fino a fermarsi. La parola vacanze (dal latino vacare: essere privo di, essere vacante, “avere tempo libero per” e quindi “dedicarsi a “) dice insieme distacco dall’ordinarietà, in genere lavorativa ma non solo, e investimento del proprio tempo in qualcosa che segna discontinuità. L’estate è, infatti, tempo di riposo in cui si programmano svago e letture, sport all’aperto e viaggi, vivendo quell’ozio sacrosanto, all’occupazione febbrile finalizzata al guadagno e comunque inerente al mondo produttivo. Insomma, il vero ozio, che è altra cosa rispetto al celeberrimo “padre dei vizi” di cui parla la tradizione spirituale cristiana, non è affatto cosa semplice, che viene in automatico; da una parte si smette di lavorare, ma dall’altra questo non significa guadagnare subito in distensione e tantomeno pacificazione interiore. E’ diventato sempre più difficile, meno natura e scontato. Vanno attivate strategie di contrasto, in modo consapevole. Leggi tutto »