Il concetto di “eroe” non è più quello che ci hanno insegnato a scuola e che trovavamo nei libri di storia. Adesso, nei tg e sui giornali, vediamo definiti eroi operatori nel campo della medicina, degli ospedali, delle scuole, delle missioni, che svolgono la loro opera perché non possono farne a meno, è un’attività a cui si sentono legati perché salva. Essere eroe ha a che fare col salvare, col voler salvare a tutti i costi, anche di ammalarsi, anche di morire.Pesco dal giornale questa frase del presidente Mattarella: «Il nostro pensiero grato e riconoscente va alle infermiere e agli infermieri in prima linea, e con loro a tutti i medici degli ospedali e dei servizi territoriali, agli assistenti, ai ricercatori, a quanti operano nei servizi ausiliari: li abbiamo visti lavorare fino allo stremo delle forze per salvare vite umane e molti di loro hanno pagato con la vita il servizio prestato ai malati». Leggi tutto »
Ma oggi consideriamo eroi quelli che ci salvano
Il concetto di “eroe” non è più quello che ci hanno insegnato a scuola e che trovavamo nei libri di storia. Adesso, nei Tg e sui giornali, vediamo definiti eroi operatori nel campo della medicina, degli ospedali, delle scuole, delle missioni, che svolgono la loro opera perché non possono farne a meno, è un’attività a cui si sentono legati perché salva. Essere eroe ha a che fare col salvare, col voler salvare a tutti i costi, anche di ammalarsi, anche di morire. Pesco dal giornale questa frase del presidente Mattarella: «Il nostro pensiero grato e riconoscente va alle infermiere e agli infermieri in prima linea, e con loro a tutti i medici degli ospedali e dei servizi territoriali, agli assistenti, ai ricercatori, a quanti operano nei servizi ausiliari: li abbiamo visti lavorare fino allo stremo delle forze per salvare vite umane e molti di loro hanno pagato con la vita il servizio prestato ai malati». Sono medici-eroi, infermieri-eroi. Una volta il termine eroe non si usava in questa accezione, lo si usava in campo militare e indicava colui che compiva operazioni rischiose contro un nemico, lo sfidava, lo colpiva, se poteva lo colpiva a morte, e ritornava vivo tra noi. Ma non era necessario che tornasse: per essere eroe bastava compiere un’azione coraggiosa, mostrare sprezzo del pericolo, eseguire un ordine anche se poteva costare la vita. Leggi tutto »
La riscoperta di una forza che può dare molti frutti
Mentre l’aggettivo “virale” – usato e abusato a proposito della circolazione repentina e globale di contenuti sulle piattaforme social – sta mostrando tutta la sua drammatica concretezza, in tempo di emergenza coronavirus il cosiddetto “virtuale” ci mette di fronte a tutta la sua innegabile realtà, e anche alla sua faccia migliore. Vedersi e passare del tempo insieme stando ciascuno a casa propria, far circolare velocemente le disposizioni per ridurre il rischio di contagio, immaginare nuovi modi di didattica e accompagnamento a distanza degli studenti di tutte le età, organizzare gesti di sostegno per le persone sole, animare le città deserte con flash mob dove sentirsi insieme nonostante tutto e cantare la forza della vita, mentre i bambini sorridenti postano arcobaleni, con l’augurio che “tutto andrà bene”… Leggi tutto »
La regola della prudenza e il rispetto della verità
Sono bastate poche parole – una preghiera rivolta al Signore – che Papa Francesco ha pronunciato durante la Messa celebrata lunedì 27 aprile, per mettere in moto ”opinionisti” di ogni genere e di granitiche certezze. “In questo tempo nel quale si comincia ad avere disposizione per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni”. Qualcuno ne è sicuro e lo proclama anche con fare retorico, Francesco non la pensa come i suoi fratelli vescovi italiani. Incredibile. Quando mai i vescovi italiani hanno spinto i fedeli a non rispettare le regole della prudenza e incitato all’irresponsabilità? Un certo modo di argomentare e di banalizzare appare inconcepibile, e ancor più davanti a una situazione drammaticamente complessa, che ha bisogno del contributo di tutti, anche di chi fa informazione e spende libere opinioni.
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“L’ANTIVIRUS” DELLA SOLIDARIETÀ – (V. Paglia)
“Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città: si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi.
Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari. Tutti chiamati a remare insieme tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti” (Papa Francesco, meditazione, sagrato della basilica di San Pietro, venerdì 27 marzo). Leggi tutto »