La parabola che il vangelo ripropone è molto nota: descrive l’atteggiamento di un padre, immagine di Dio, a confronto con l’atteggiamento opposto dei suoi due figli. La comunione, nell’immagine di un banchetto, alla quale sono invitati è per loro una grande sfida: faranno festa insieme? Accetteranno di sedersi alla tavola della misericordia preparata per loro dal Padre? Il vangelo fa a noi la stessa proposta e attende la nostra risposta. Messaggio analogo viene dalla prima lettura: Dio inizia con il suo popolo un’epoca nuova di una storia in cui è possibile non solo la liberazione dal male, ma soprattutto costruire il nuovo, un futuro diverso. E nella seconda lettura: se questa è l’opera di Dio, che con il dono del Figlio investe totalmente se stesso nella nostra storia, quale deve essere il sentimento del credente, chiamato a fare da ambasciatore per tanti altri di questo nuovo stato di cose? Leggi tutto »
III^ Domenica di Quaresima
La parabola del Dio paziente e capace di attenderci, che il vangelo ci propone, può̀ essere rassicurante, ma è tutt’altro che deresponsabilizzante. La parabola ci parla certamente più̀ di Dio che dell’uomo, della misericordia più̀ che del giudizio e della condanna. E tuttavia colui che è presentato come «lento all’ira e grande nell’amore» non manca di interpellare l’uomo nella sua esistenza: richiede a ciascuno di trovare buone idee e una via per scampare alla morte. Anche nella prima lettura Dio non si presenta come giudice, ma come liberatore: è sperimentato da Mosè come colui che entra nella vita per guidare e salvare, per riscattare alla libertà. Allo stesso modo la seconda lettura ci conferma il primato dell’iniziativa divina che si manifesta nella nostra vita, ma non manca di metterci in guardia e di sollecitare la nostra responsabilità̀: «Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere!».