IV^ Domenica di Pasqua

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Apr 152016
 

donmarioalbertiniNel clima di anonimato e di massificazione tipico della nostra cultura, e spesso di disprezzo nei confronti della persona e della sua dignità, l’immagine di Gesù “pastore” capovolge queste logiche e mostra la possibilità di rapporti personali accoglienti e valorizzanti, soprattutto nei riguardi dei più deboli. Il suo amore ci coglie nella nostra identità, egli ci “conosce” e in lui noi “riconosciamo” colui che ci salva. Attraverso di lui ci sentiamo nelle mani buone di un Padre che nutre interesse per la nostra umana avventura.

“Signore, tu mi scruti e mi conosci, penetri da lontano i miei pensieri, ti sono note tutte le mie vie; tu mi conosci sino in fondo…” E’, questo, un atto di fede espresso in un salmo (138).

Dio ci conosce davvero, non per giudicare e condannare, bensì per valorizzare i semi di bontà e di verità che sono in noi. Dio ha fiducia in noi, ha fiducia in quelle nostre capacità di bene che lui conosce più di quanto noi stessi constatiamo. E se Dio ha fiducia in me, a me tocca l’impegno di corrispondere nel fare il bene.

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III^ domenica di Pasqua 2016

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Apr 082016
 

donmarioalbertiniLa dimensione eucaristica in cui ci pone il vangelo (Gv 21,1-19) esprime il centro di una vita cristiana: riconoscere il Risorto in mezzo a noi comporta l’impegno a ricreare in continuazione quella relazione di comunione che caratterizza i discepoli di Gesù. Attorno alla mensa eucaristica si ristabiliscono i rapporti fondati sulla comunione autentica tra il Signore e i fratelli. Anche la prima lettura (Ap 5,27b-32.40s) ci rinvia ad una ‘missione’: obbedire a Dio vuol dire seguire la logica di Gesù nella sua offerta di riconciliazione a tutti. E nella seconda lettura (Ap 5,11-14) la liturgia celeste, che celebra il trionfo dell’Agnello, assicura i credenti che l’ultima parola sulla storia umana sarà quella del Risorto.

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II^ Domenica di Pasqua 2016

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Apr 012016
 

donmarioalbertiniL’apparizione di Gesù ai discepoli e a Tommaso diventa, nel vangelo, modello di un aprirsi ad una visione della vita dal respiro e dagli orizzonti più vasti. Colui che è uscito dall’angustia della morte può ora attraversare tutte le situazioni della vita e porsi al centro di ogni comunità come punto di riferimento per chi si sente chiuso o braccato dal mondo. Nella prima lettura ci è descritta la dimensione comunitaria della vita della prima chiesa, quale modello di comunità che, lasciandosi guidare dallo Spirito, agisce con coraggio, testimoniando nel concreto la misericordia sperimentata. Allo stesso modo la seconda lettura attesta la centralità del Risorto: il Cristo è presente nella vita dei credenti quale punto di forza per trasformare, attraverso la loro fede, anche la storia delle loro relazioni.

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Domenica di Pasqua 2016

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Mar 252016
 

imagesNei giorni scorsi ho riletto le pagine del vangelo che parlano della passione di Cristo, pagine che pongono davanti a noi la croce in tutta la sua realtà: Gesù di Nazaret deriso, disprezzato, crocifisso. E con comprensione nuova ho letto che una sera, come giovedì sera, anche lui, Gesù, fu preso dall’angoscia; che in quella notte fu tradito e abbandonato proprio dai suoi amici, e che poi, inchiodato alla croce, si sentì come abbandonato dal Padre: “Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.

E oggi ho riletto che quello stesso Gesù è risorto, glorioso, e si è fatto vedere, e ha annunciato la pace e la gioia.

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Domenica delle palme

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Mar 182016
 
  • Prima lettura     Is 50,4-7
  • Seconda lettura Fil 2,6-11
  • Vangelo               Lc 19,28-40 Lc 22,14–23,56

Palme-CLa liturgia ci introduce nella Settimana santa: in essa facciamo memoria del “mistero pasquale”, ossia degli eventi che sono accaduti «per noi e per la nostra salvezza». Il Salmo responsoriale dà il tono alla celebrazione: esprime tutta l’angoscia di chi avverte la vicinanza del pericolo, il peso de- gli avversari e sente Dio come fosse lontano. La prima reazione è quella di gridare aiuto, di chiamare in causa Colui che solo può salvarci: «Ma tu, Signore, non stare lontano!». Nella fede, però, già avvertiamo anche la risposta, intravvediamo la luce della Pasqua: Gesù che si umilia fino alla morte, per amore, sarà colui che Dio risusciterà e che, trionfando sulla morte, aprirà un futuro di speranza per tutti.

Il vangelo occupa oggi il posto principale nella liturgia della Parola: il racconto della passione è proposto secondo il vangelo di Luca e va letto secondo la prospettiva lucana del Dio che o offre a noi la sua misericordia. Gesù non è qui solo un esempio di mansuetudine nel non reagire alla violenza, non è unicamente un modello per i futuri martiri cristiani. Occorre assai più vedervi il Dio che dietro gli eventi realizza il suo disegno di salvezza nonostante la sofferenza e la morte, ma proprio anche mediante questa sofferenza e morte. In questo modo possiamo allora comprendere il Dio che risuscita dai morti il Figlio e che, in lui, chiama a vita risorta tutti i suoi figli. In questa prospettiva assume luce nuova anche la figura del servo maltrattato e ucciso, ma che rimane fedele a Dio, evocato nella prima lettura. E ugualmente le parole della seconda lettura: un inno liturgico che celebra Gesù, fattosi servo fino alla morte di croce, ma da Dio esaltato e costituito signore e salvatore di tutti.