Per il vangelo di Luca la risurrezione del figlio della vedova di Nain è un segno della presenza messianica di Gesù: Tuo figlio vive!, dice Gesù alla vedova nella sua afflizione. E Luca annota il motivo del suo agire: «Il Signore ne ebbe compassione». Per questa ragione Luca articola narrativamente il racconto del “miracolo” in parallelo con il racconto della prima lettura, che riguarda Elia e il richiamo alla vita di un altro figlio di donna vedova. In entrambi i casi è evidente il messaggio: Dio agisce nella storia per creare vita, e la vita in Dio è il presente e il futuro di ogni essere umano. Il vangelo, dunque, apre alla vita terrena un orizzonte di speranza oltre ogni limite. Tale passaggio dell’uomo in Dio coinvolge tutta la sua storia umana: nella prospettiva credente, essa non è in balìa di un caso anonimo, ma è posta sotto lo sguardo misericordioso di un Padre. Questo è anche il vangelo di Paolo, riproposto oggi dalla seconda lettura: egli annuncia ciò che ha “veduto” e vissuto in prima persona. L’esperienza dell’incontro con il Risorto è alla radice della sua vocazione e della sua missione.
Sembra un caso, che Gesù abbia incontrato quel corteo funebre nei pressi della città di Naim. Casi del genere sono certamente toccati anche a noi, qualche volta. Ma anche quello che noi chiamiamo ‘caso’ è sempre un’occasione che ci viene offerta: per una riflessione sulla realtà della morte, una preghiera per il defunto e per coloro che lo piangono, un pensiero ai nostri cari che già ci hanno lasciato.
Per Gesù quella volta fu l’occasione di manifestare la sua compassione e la sua potenza divina. Certo altre volte aveva incontrato dei funerali, ma stavolta dietro il feretro vede una madre, e vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse ‘Non piangere!’, e le risuscita il figlio: lo diede alla madre. E’ forte, il verbo lo diede: Gesù è il Signore della vita, il vincitore della morte, ha il potere di dare alla madre il figlio già morto, ora vivo.
Non è descritta la reazione di quella donna: non si può descrivere la gioia di una madre che riottiene il figlio… E’ invece detto della gente che ha assistito al miracolo: Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio.
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