Domenica II^ del tempo ordinario

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Gen 132017
 

donmarioalbertiniIl vangelo di oggi ci conduce a riflettere sull’esperienza della fede, alla quale siamo stati introdotti con il battesimo. La  figura profetica di Giovanni Battista ci è modello: appare come uno che progredisce a tappe nella conoscenza di Gesù, scopre nella sua persona colui che ci può mostrare il volto di Dio e ricolmarci del suo Spirito, ossia della forza divina che può rialzarci dai nostri peccati. A tale esperienza di trasformazione della vita introduce anche la prima lettura, annunciando la missione del Servo di Dio, scelto come strumento per rivelare la sua gloria proprio nel liberare dalla servitù un popolo di superstiti dell’esilio. Nella seconda lettura Paolo ci parla di una pace donata e insieme di una chiamata di Dio, rivolta a tutta la comunità cristiana, perché sia disponibile all’annuncio del Vangelo e alla testimonianza a Gesù.

“Io non lo conoscevo…”: per due volte Giovanni il Battezzatore dice così, riferendosi a Gesù. L’afferma-zione non era del tutto esatta, dal momento che i due erano parenti ed è più che probabile che si siano incontrati qualche volta. Ma in realtà egli non conosceva il vero essere di Gesù; aveva bisogno di una conoscenza più profonda, di un incontro che gli facesse comprendere il mistero di quell’uomo – e infatti soltanto dopo essere stato testimone della manifestazione divina nel battesimo (l’episodio lo abbiamo ricordato domenica scorsa) arriva a dire: questi è il Figlio di Dio. Ora sì lo conosce.

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Battesimo del Signore – (don Mario)

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Gen 072017
 

battesimo-1Il vangelo del battesimo di Gesù lo collega alla sua missione: solidale con i peccatori bisognosi di salvezza, Gesù porta a compimento la “giustizia” di Dio, rendendo con lui possibile una nuova relazione. Rivelato dal Padre come Figlio diletto, Gesù diventa per noi mediatore della elezione del Padre a vivere da figli. Nella prima lettura la missione dell’anonimo “Servo del Signore” prefigura la missione di Gesù a favore del nuovo popolo di Dio, popolo che viene così coinvolto nel compito di annunciare e rendere presente la salvezza a cui Dio chiama tutti. Questo universalismo del Vangelo cristiano è ben sottolineato nella seconda lettura, dal discorso di Pietro: Dio non fa preferenze di persone, ma manda il suo Spirito per risanare il rapporto di tutti gli uomini con lui, ora rivelato come Padre.

“Si aprirono i cieli”.  Ormai il cielo lo possiamo considerare un libro aperto, esplorato com’è da telescopi potentissimi e da satelliti e sonde, che raccolgono sempre nuovi dati sullo spazio. Leggi tutto »

Maria Madre di Dio – I^ gennaio 2017

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Dic 302016
 

Madonna-Madre-di-Gesù-Vergine-Maria-Interpretazione-dei-sogniIl vangelo, lo stesso della messa natalizia dell’aurora, focalizza l’attenzione su Maria che, di fronte agli eventi che la riguardano, reagisce in maniera diversa rispetto ai pastori: lei «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore». Custodire e meditare sono gli atteggiamenti di Maria, custode e mediatrice del mistero del bambino nel quale il divino e l’umano si incontrano e si riconciliano. Il mistero della pace che il Natale porta non è oggetto di spiegazione, ma è benedizione da accogliere con gratitudine: è il compimento della benedizione invocata nella prima lettura: «Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace». Una benedizione che dà inizio ad un’era nuova e ad una umanità resa nuova dalla presenza di Dio. La seconda lettura concretizza tale novità ricordando la radice del nostro valore e della nostra inalienabile dignità: «Dio mandò il suo Figlio… perché ricevessimo l’adozione a figli».

Riconoscenti a Dio per la vita trascorsa – rammaricati di non averla sempre vissuta bene – soprattutto pronti per il tempo che ci sta davanti: questo è l’atteggiamento che dovremmo avere in questo inizio del nuovo anno.

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Natale del Signore

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Dic 242016
 

Natale_16I testi evangelici proposti nelle tre celebrazioni di Natale, per quanto tra loro differenti, annunciano tutti la bella notizia della presenza di Dio in mezzo a noi. Il vangelo della notte lo proclama così: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». Nella vangelo della messa dell’aurora i destinatari dell’annuncio sono i pastori: «Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe, e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro». Il significato di tutto questo è rivelato dal vangelo del giorno: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria…». Le altre letture liturgiche esortano, in modi diversi, ad entrare nel clima del Natale, che per il credente significa un nuovo stile di vita: si tratta di passare dall’oscurità alla luce, di aprirci alla grazia che ci dona di partecipare al “mirabile scambio”, nell’impegno a vivere ogni giorno da figli del Padre. In questo senso l’assemblea eucaristica diventa il nuovo segno della fraternità e armonia tra tutti gli esseri umani che il Natale di Gesù rende possibili.

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AVVENTO – IV^ domenica

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Dic 172016
 

vangelo-case-2-300x225Il “segno” dell’Emmanuele, di cui parla la prima lettura della liturgia di oggi, rimanda i cristiani alla vera identità di Gesù: egli è per noi il segno per eccellenza della fedeltà di Dio, egli è «sacramento dell’incontro tra Dio e l’uomo». In questo senso la sua venuta inaugura per l’umanità intera un tempo nuovo. La nostra salvezza, che è grazia di Dio, non ci lascia tutta- via passivi e inattivi, poiché Dio non ci salva senza la nostra libera risposta di accoglienza e di collaborazione. Non è “grazia a buon mercato”, poiché pone ogni essere umano davanti alla sua responsabilità nella personale storia di salvezza.

Se il Signore dicesse anche a me – come ha fatto con il re Achaz nella prima lettura – “chiedi un segno dal cielo”, un segno dimostrativo che io, Dio, sono con te – qualche cosa, non so cosa, gliela domanderei, magari soltanto un piccolo miracolo.

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