AVVENTO – II^ domenica

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Dic 022016
 

vangelo-case-2-300x225Il vangelo di oggi ci conduce a riflettere sull’esperienza della fede, alla quale siamo stati introdotti con il battesimo. La figura profetica di Giovanni Battista ci è modello: appare come uno che progredisce a tappe nella conoscenza di Gesù, scopre nella sua persona colui che ci può mostrare il volto di Dio e ricolmarci del suo Spirito, ossia della forza divina che può rialzarci dai nostri peccati. A tale esperienza di trasformazione della vita introduce anche la prima lettura, annunciando la missione del Servo di Dio, scelto come strumento per rivelare la sua gloria proprio nel liberare dalla servitù un popolo di superstiti dell’esilio. Nella seconda lettura Paolo ci parla di una pace donata e insieme di una chiamata di Dio, rivolta a tutta la comunità cristiana, perché sia disponibile all’annuncio del Vangelo e alla testimonianza a Gesù.

Per il nostro cammino verso il Natale, nelle letture delle Messe troviamo tre guide: il profeta Isaia con le sue visioni piene di speranza, Giovanni il Battista con le sue austere ammonizioni, e nelle prossime domeniche la stessa Madre di Gesù, la vergine Maria. Leggi tutto »

AVVENTO – I^ Domenica

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Nov 262016
 

vangelo-case-2-300x225Il vangelo esorta alla “vigilanza”: vegliare significa agire con saggezza, con l’impegno quotidiano a vivere secondo lo stile indicato da Gesù e nel distacco del cuore dalle cose terrene. Il Signore può venire a noi ad ogni ora e a ciascun credente è chiesto di vivere l’attesa della sua venuta negli avvenimenti della vita d’ogni giorno, per trovarsi pronto e disponibile ad accoglierlo. Per la prima lettura camminare nelle vie del Signore vuol dire impegnarsi a creare pace nel mondo: Isaia immagina come un grande corteo di popoli che convergono verso la “città della pace”, nella luce del Signore. Occorre però la consapevolezza dell’importanza del presente, come suggerisce Paolo nella seconda lettura: poiché questo è il tempo in cui Dio viene a salvarci, diventa necessario gettare via le “opere delle tenebre” e indossare le “armi della luce”.

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Gesù Cristo, Re dell’unverso

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Nov 192016
 

donmarioalbertiniIl Vangelo ci pone davanti alla scena del calvario: «oggi sarai con me nel paradiso» è la promessa di Gesù al “buon ladrone”, uno dei malfattori condannato a morte accanto a lui. La promessa esprime con il linguaggio delle immagini il contenuto della regalità di Cristo. Con il dono della sua vita egli apre le porte della vita eterna in Dio. La prima lettura ruota attorno alla figura profetico-messianica di Davide: si narra la sua unzione a re di Israele, il suo ruolo di riconciliatore tra le parti divise dello stesso popolo, il Nord e il Sud di Israele, anticipando così profeticamente il ministero regale di Cristo. Con un ringraziamento a Dio, «che ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto», inizia la seconda lettura: un inno al primato di Cristo e un invito alla comunità cristiana a riconoscere tale primato.

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XXXIII^ Domenica del tempo ordinario

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Nov 112016
 

donmarioalbertiniLa venuta del Signore è presentata dal Vangelo come compimento e liberazione. Questo futuro di speranza, però, impegna ogni cristiano autentico nel collaborare a vivificare il presente attraverso la sua personale e comunitaria testimonianza. Al centro di questo dinamismo, infatti, la chiesa ha un ruolo essenziale, in quanto popolo di Dio e corpo di Cristo. Di giudizio ci parla la prima lettura: una prospettiva reale, legata al “sole di giustizia” che sorgerà per noi, e che perciò non va vissuta come motivo di spavento, ma come stimolo a prendere sul serio la vita davanti a Dio. Pari serietà è raccomandata da Paolo nella seconda lettura: una serietà di vita che si esprime anche nell’onesto lavoro. Paolo insegna, a partire dal suo esempio, che il cristiano non può perdere nell’ozio inutile e dissipante il tempo che Dio gli offre, ma è chiamato a impegnare le proprie capacità per l’utilità di tutti. Leggi tutto »

XXXII^ domenica Tempo ordinario

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Nov 052016
 

donmarioalbertiniL’affermazione di Gesù nel Vangelo, secondo la quale Dio non è un Dio dei morti ma dei vivi, non è fondata su argomentazioni scientifiche, ma sulla logica della fede: è la relazione con Dio che fonda la speranza che egli non ci abbandoni nella morte. Questa convinzione deve trasfigurare anche la nostra vita, rendendola sempre più vitale, più animata dallo Spirito del Dio vivente. La certezza che Dio ha il potere di rimetterci in piedi, di risuscitarci a vita nuova, ci viene proclamata anche nella prima lettura: ogni forma di morte, di cui possiamo fare esperienza nella quotidianità, può essere vinta nella fede sincera in Dio e nella speranza che egli può darci la forza per una speranza di senso e di pienezza oltre la paura del nulla. La stessa fede filtra dalle parole di Paolo, nella seconda lettura: il cristiano è convinto che non può arrivare da solo alla salvezza, essa è piuttosto dono di un Dio fedele verso chi a lui si affida. Non i nostri meriti, ma la grazia di Dio è la nostra garanzia

 

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