Il vangelo propone due immagini cariche di significati: essere sale e brillare come la luce. Le due immagini indicano la strada al cristiano, collegate come sono alla pagina delle “beatitudini” che le precede. Le immagini sono uno stimolo forte a riflettere: i cristiani sono ancora capaci di incidere nel mondo? La comunità cristiana è ancora consapevole del suo specifico compito missionario? Nella prima lettura Isaia polemizza contro una pietà formalistica e vuota di significato, stimola ad un’adesione al Signore autentica, che si renda visibile anche negli atti di solidarietà sociale, assai più che nelle pratiche di una religiosità intimistica e lontana dalla vita reale. In modo simile Paolo, nella seconda lettura, cerca di correggere una visione deforme del Crocifisso e della “parola della croce”, perché si riscopra proprio nella croce il vero fondamento della fede e della testimonianza cristiane.
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IV^ domenica del tempo ordinario
Il vangelo è oggi il centro della predicazione e della riflessione: esso ci coinvolge tutti in prima persona, poiché propone l’essenza della identità cristiana rispetto a tutte le ideologie terrene e anche rispetto alle altre religioni. Le beatitudini, intese alla luce della vita di Gesù, costituiscono la vera ‘novità’ dell’orientamento vitale del cristiano. Anticipa profeticamente questa proposta la prima lettura, che invita tutti i poveri della terra a cercare il Signore, ma intende questa povertà come la disponibilità a non commettere iniquità proprio perché si confida in Dio. Coloro infatti che si pensano come i grandi non vivono più un corretto rapporto con lui. Anche Paolo, nella seconda lettura, richiama la comunità cristiana ai criteri di scelta e di azione che il Signore ha indicato ai suoi discepoli, mostrandosi così in sintonia con l’annuncio evangelico: Dio ha scelto ciò che è debole nel mondo per confondere i forti.
Commento di don Mario Albertini Leggi tutto »
III^ domenica del tempo ordinario
L’annuncio della vicinanza del regno di Dio nel vangelo non può lasciarci nell’indifferenza. Per essere però percepito come liberazione da ogni forma di male e come pienezza di vita, richiede la disponibilità alla conversione e alla testimonianza: per diventare «pescatori di uomini» occorre imparare a seguire Gesù. Nella prima lettura Isaia ci pone a confronto con un’esperienza di liberazione dall’angoscia e dall’oppressione attraverso l’intervento di Dio: descrive la gioia dei salvati, ai quali è stata resa libertà e pace. Nella seconda lettura Paolo traduce la luce di Cristo nei termini di unità e concordia all’interno della comunità cristiana: la divisione nel popolo di Dio fa ripiombare nella tenebra e rappresenta una contro-testimonianza di fronte al mondo.
Domenica II^ del tempo ordinario
Il vangelo di oggi ci conduce a riflettere sull’esperienza della fede, alla quale siamo stati introdotti con il battesimo. La figura profetica di Giovanni Battista ci è modello: appare come uno che progredisce a tappe nella conoscenza di Gesù, scopre nella sua persona colui che ci può mostrare il volto di Dio e ricolmarci del suo Spirito, ossia della forza divina che può rialzarci dai nostri peccati. A tale esperienza di trasformazione della vita introduce anche la prima lettura, annunciando la missione del Servo di Dio, scelto come strumento per rivelare la sua gloria proprio nel liberare dalla servitù un popolo di superstiti dell’esilio. Nella seconda lettura Paolo ci parla di una pace donata e insieme di una chiamata di Dio, rivolta a tutta la comunità cristiana, perché sia disponibile all’annuncio del Vangelo e alla testimonianza a Gesù.
“Io non lo conoscevo…”: per due volte Giovanni il Battezzatore dice così, riferendosi a Gesù. L’afferma-zione non era del tutto esatta, dal momento che i due erano parenti ed è più che probabile che si siano incontrati qualche volta. Ma in realtà egli non conosceva il vero essere di Gesù; aveva bisogno di una conoscenza più profonda, di un incontro che gli facesse comprendere il mistero di quell’uomo – e infatti soltanto dopo essere stato testimone della manifestazione divina nel battesimo (l’episodio lo abbiamo ricordato domenica scorsa) arriva a dire: questi è il Figlio di Dio. Ora sì lo conosce.
Battesimo del Signore – (don Mario)
Il vangelo del battesimo di Gesù lo collega alla sua missione: solidale con i peccatori bisognosi di salvezza, Gesù porta a compimento la “giustizia” di Dio, rendendo con lui possibile una nuova relazione. Rivelato dal Padre come Figlio diletto, Gesù diventa per noi mediatore della elezione del Padre a vivere da figli. Nella prima lettura la missione dell’anonimo “Servo del Signore” prefigura la missione di Gesù a favore del nuovo popolo di Dio, popolo che viene così coinvolto nel compito di annunciare e rendere presente la salvezza a cui Dio chiama tutti. Questo universalismo del Vangelo cristiano è ben sottolineato nella seconda lettura, dal discorso di Pietro: Dio non fa preferenze di persone, ma manda il suo Spirito per risanare il rapporto di tutti gli uomini con lui, ora rivelato come Padre.
“Si aprirono i cieli”. Ormai il cielo lo possiamo considerare un libro aperto, esplorato com’è da telescopi potentissimi e da satelliti e sonde, che raccolgono sempre nuovi dati sullo spazio. Leggi tutto »