XX^ domenica del tempo ordinario

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Ago 182018
 

Fotosearch_k0796399Il pane disceso dal cielo. Fare nostro il pane disceso dal cielo: il banchetto-simbolo dell’eucaristia introduce il cristiano nella comunione con Dio, una comunione reale che diventa garanzia di vita piena di senso e di speranza, poiché posta nell’orizzonte della risurrezione per la vita eterna.

Commento di don Mario Albertini

“Abbandonate la stoltezza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza” è detto alla fine della prima lettura; e all’inizio della seconda: “comportatevi non da stolti ma da uomini saggi”. Meritano la nostra attenzione queste esortazioni, anzitutto perché l’invito a usare l’intelligenza non è mai fuori luogo. Noi siamo convinti di essere intelligenti, e più o meno lo siamo tutti, ma non sempre la usiamo questa nostra intelligenza, e spesso ci lasciamo guidare dalla passione, dalla propaganda o da chi grida più forte… E invece bisogna avere il coraggio di usare l’intelligenza, che nel brano che abbiamo ascoltato è messo in rapporto con la vita: “abbandonate la stoltezza e vivrete”.
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XIX^ domenica del tempo ordinario

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Ago 112018
 

donmarioalbertiniIn Gesù è la pienezza della vita. Nella ricerca del pane che ci può saziare e nella fatica del credere si inserisce la rispo- sta di Gesù: lui, con la sua risurrezione, ci ha aperto un orizzonte verso cui orientare il nostro sguardo. Il nostro camminare nella carità è la via maestra per arrivare alla pienezza della vita.

Commento di don Mario Albertini

“Basta, Signore, prendi la mia vita!”. Elia, che Dio aveva scelto come suo profeta, come detto nella prima lettura era stato minacciato di morte dai potenti dell’epoca, e per questo era scappato in un luogo deserto, senza procurarsi provviste di cibo e di bevanda. Dopo una giornata di fuga, stanco, affamato e scoraggiato, si sentì alla fine: “Basta! – si disse – ormai devo morire”. E si addormentò così, all’aperto, sotto una pianta. Leggi tutto »

XVIII^ domenica del tempo ordinario

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Ago 052018
 

donmarioalbertiniSei tu il nostro soccorso, la nostra salvezza. L’invocazione rivolta a Gesù, della quale parla il vangelo, per avere il pane che egli promette rivela il vero atteggiamento credente: la fede apre il cuore a Dio per avere soccorso e salvezza, la ricerca che nasce dal bisogno diventa allora dialogo che salva.

Commento di don Mario Albertini

“Non così avete imparato a conoscere Cristo”. Ai cristiani di Efeso, che non si comportavano in modo coerente con la loro fede, Paolo (nella seconda lettura) fa questo richiamo: “Non così avete imparato a conoscere Cristo”. Il testo greco è più espressivo, più forte: “non così avete imparato Cristo”.

Nella pagina del vangelo Gesù stesso ci insegna in che cosa consiste questo imparare lui. Leggi tutto »

XVII^ domenica del tempo ordinario

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Lug 282018
 

donmarioalbertiniTu sazi la fame di ogni vivente. Chi prova fame sente un vuoto dentro, sconvolgente, che esige una risposta che possa saziare. L’uomo prova fame nel suo corpo e nel suo spirito: Gesù si propone come mandato da Dio a saziare soprattutto il desiderio di pienezza di vita che è in ogni animo.

Commento di don Mario Albertini

“La gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: Questi è davvero il profeta”. Quelli che noi chiamiamo miracoli, dall’evangelista Giovanni sono detti segni. Il segno è un invito a non fermarsi a ciò che appare agli occhi per cogliere invece una realtà più profonda, è un richiamo alla cosa significata, che è più importante del segno. Quella volta i presenti sono riusciti a cogliere solo in parte il significato del miracolo, e capiscono che Gesù era “il profeta”, ma questo era ancora poco, e non sono arrivati a un vero atto di fede in lui. Leggi tutto »

XVI^ domenica del tempo ordinario

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Lug 212018
 

donmarioalbertiniIl Signore è la nostra guida. Nella ricerca di verità e senso per la vita rischiamo spesso di sbagliare strada, o di smarrirci nel dedalo delle proposte devianti di cattivi pastori e peggiori maestri. Ai cristiani va ricordato che l’unica guida che non inganna rimane Gesù, il vero pastore.

Commento di don Mario Albertini

Tra le caratteristiche dell’evangelista Marco, da cui è tratta la pagina che ci viene proposta oggi, c’è quella di mettere in evidenza con le azioni di Gesù anche i suoi atteggiamenti interiori, e precisamente il suo modo di rapportarsi sia al gruppo degli apostoli sia alla gente che lo avvicina.  C’era “molta folla che andava e veniva” attorno a Gesù, scrive l’evangelista.. Persone alla ricerca di qualche cosa che loro sfuggiva: “come pecore senza pastore”. E’un’immagine biblica che oggi ci viene presentata anche nella prima lettura dal profeta Geremia. Ebbene, Gesù “vide, e si commosse” per quella gente. Ma quella gente siamo noi, siamo noi alla ricerca di quello che veramente conta, della verità, del bene, ma spesso cerchiamo a tentoni…

Ecco: il Signore ci vede, ci guarda con simpatia, si commuove per noi, e si lascia trovare, si mette a nostra disposizione: egli è il nostro Pastore, come affermiamo nel salmo responsoriale della Messa. La risposta alla nostra ricerca la possiamo trovare nella parola e nell’esempio di Gesù; occorre mettersi alla sua scuola, lasciarsi penetrare da quell’insegnamento, gustarlo, trasformarlo in preghiera. Vi ritroveremo la comunicazione dell’amore paterno di Dio, e questo darà significato a tutto.

Ed ecco l’altro atteggiamento di Gesù: gli apostoli sono tornati dalla loro prima missione che era stata impegnativa, e sono stanchi. E Gesù capisce la loro fatica, e li invita: “Venite in disparte, e riposatevi un po’”. In disparte, cioè soltanto con lui. L’invito al riposo è per noi. Sembra che oggi ci sia una vera frenesia, e non si sta mai, o quasi, fermi. Si tratti di lavoro, di impegni sociali, di divertimento… tutto di corsa, ed ecco la stanchezza, lo stress si dice oggi.

“Riposatevi un po’”. Afferma la Bibbia che anche Dio il settimo giorno riposò, e questa non è un’annotazione di cronaca ma un insegnamento. Saper uscire dalla preoccupazione del fare tutto, dal superlavoro, anche dal rumoroso e stancante divertimento, e crearsi uno spazio di silenzio e di calma. Per pensare alla propria vita, per mettersi davanti a Dio e parlare con lui e ascoltarlo. Ogni giorno, almeno qualche minuto; e in ogni settimana un giorno, che è il giorno del Signore la “domenica”. Un riposo del corpo, che permetta la serenità interiore per un rapporto vivo, filiale, con Dio e un rapporto buono con gli altri.  La Messa è il momento in cui accogliamo molto concretamente l’invito di Gesù a stare con lui, in un riposo che ci permette di riprendere da lui l’energia per tornare ai nostri impegni sotto la sua guida.