Cercate il suo volto. Contemplare nel volto di Gesù la gloria di Dio ci aiuta a porci in ascolto del Signore, ascolto della sua parola, della sua chiamata, attraverso i segni della nostra storia: la ricerca di Dio è il principio della nostra trasfigurazione.
Commento di don Mario Albertini
L’apostolo Pietro era un istintivo. Come lo conosciamo dal Vangelo, dimostra di avere sempre delle reazioni spontanee, dice con franchezza quello che sente e pensa in quel dato momento.
Qui, sul monte Tabor, è colpito dallo splendore che avvolge Gesù, rimane gioiosamente meravigliato nel vedere quel volto diventato tutto luce, ed esclama: com’è bello! perché non stiamo sempre qui?
La trasfigurazione di Gesù gli permette di intravedere la bellezza di Dio, di intuire che Dio è bello e allora perché non stare sempre lì, a contemplarlo?
Il catechismo ci insegna che Dio è onnipotente, è onnisciente, è eterno – ma si dimentica di dirci che Dio è bello, che Dio è bellezza assoluta. Leggi tutto »
I^ domenica di Quaresima_A
Fidatevi di Dio. Gesù accettò la prova della tentazione, che è esperienza inevitabile anche per ogni essere umano. La tentazione, in quanto prova per la fede, può essere superata da una rinnovata fiducia nel Padre. Perciò preghiamo: Padre nostro, non ci abbandonare nella tentazione.
“Mangiate quel frutto disobbedendo a Dio, e diventerete come lui“: è la proposta di satana ai progenitori; “fa’ quello che io ti suggerisco, e darai così la prova che sei Dio”: è la proposta di satana a Gesù, una proposta che gli sarà ripresentata quando, mentre è crocifisso, gli diranno: “se sei figlio di Dio, scendi dalla croce”. In fin dei conti è la stessa tentazione. Leggi tutto »
VII^ domenica del tempo ordinario
Siamo di Cristo se siamo come lui. La novità del Vangelo è proprio questa: l’imperativo del «tu devi» è sostituito da incoraggiamenti: se vuoi, tu puoi. Così siamo invitati ad imitare Dio nella sua giustizia, cioè nella sua misericordia. Ciò che conta è vivere da figli.
Commento di don Mario albertini
L’insegnamento centrale che ci viene proposto dal Vangelo di oggi è quello della carità più piena: amare il prossimo, volendo il bene anche di quanti ci sono ostili, il bene dei nemici. Facile a dirsi, ma non così facile da attuare, anche se conosciamo non pochi esempi commoventi di perdono. Gesù soprattutto, che dà questo comandamento (“Io vi dico”), è anche l’esempio più efficace: “Padre, perdona loro” – pregherà sulla croce. Leggi tutto »
VI^ domenica del tempo ordinario
Camminare col Signore è vivere nella gioia. Il Vangelo non ci propone un sistema di leggi morali, poiché Gesù fa leva sul cuore, indica come criterio soltanto l’amore. In tal modo egli restituisce la religiosità al suo senso più pieno e nuovo, che può essere fonte di vera gioia.
Commento di don Mario Albertini
E’ un brano molto complesso e abbastanza fuori della nostra mentalità, quello del vangelo letto oggi. Per capirlo un po’ meglio, richiamo l’attenzione sulla prima lettura, che è presa da un libro dell’AT intitolato ‘il Siracide’ perché scritto da uno che si presenta come ‘figlio di Sirac’, da cui ‘Siracide’; il libro contiene delle profonde considerazioni sulla sapienza e sulla sua importanza nella vita. Leggi tutto »
V^ domenica del tempo ordinario
Siamo luce e sale, preziosi e umili. Il Vangelo di Gesù parla della nostra preziosità: in lui e con lui siamo luce e sale per il mondo. Sempre che accogliamo l’invito: «Splenda la vostra luce davanti agli uomini»!
Commento di don Mario Albertini
Nella prima lettura c’è una frase molto bella e confortante. Il profeta Isaia scrive che se tu fai del tuo meglio a vantaggio di chi è nella necessità, e invochi il Signore: “il Signore ti risponderà e dirà: Eccomi!”. Dio che dice ‘eccomi’, cioè sono qui con te, abbi fiducia. E se Dio è qui con me, cosa non saprò fare di bene? Rendiamoci convinti di questa verità, perché è proprio questa presenza, questa vicinanza di Dio che ci rende capaci di essere luce e sale, come dice Gesù nella pagina del vangelo ascoltata ora. Però qui Gesù parla anche di un sale che non dà sapore, di una luce che non illumina. Questo è assurdo, come se dicesse che il sale non è sale e la luce non è luce. Ma così egli ci fa capire che è altrettanto assurdo essere suoi discepoli e nello stesso tempo non dare gusto e luce alla propria vita, alla propria attività, non essere testimoni della propria fede. E’ assurdo ritenersi membri della sua comunità, cioè suoi discepoli, ma esserlo solo di nome, non di fatto. E si è sale e luce, precisa ancora il Signore, se si compiono opere buone: “vedano le vostre opere buone”. Leggi tutto »