Io sono la porta della salvezza. L’immagine del pastore, che Gesù applica a se stesso, ci conduce a guardare a lui come guida. È un’immagine di tenerezza e di attenzione, attraverso la quale intravediamo la nostra destinazione, ossia la salvezza che ci viene offerta in dono
Commento di don Mario Albertini
Strano paragone, questo della porta. Quando Gesù dice: io sono la luce del mondo, o io sono il pane di vita – capisco che sono definizioni che pongono di fronte al mistero della sua persona. E anche quando dice di essere il guardiano dell’ovile, l’unico che può aprire la porta, capisco abbastanza questo paragone. Leggi tutto »
DOMENICA III^ DI PASQUA – Marcello Semeraro, Vescovo di Albano
Il racconto di Emmaus: J. Guitton annotava: «se fosse necessario dare tutto il vangelo per una sola scena, in cui esso sia interamente riassunto, non esiterei a designare i discepoli di Emmaus» (Gesù, Marietti, Torino 1964, 301). Un racconto umano-divino, direi, poiché in esso si narra tutto l’umano con le sue emozioni e i suoi sentimenti, le sue ricerche e i suoi errori, delusioni e speranze, anche quelle fallite. Nei due che vanno per strada c’è, insomma, l’homo viator di sempre. Ma quei due, a dirla tutta, sono uomini in fuga dalla loro storia, in dimissione da tutto ciò che fino allora aveva dato senso alla propria vita. «Alcune donne, delle nostre – dicono – ci hanno sconvolti … sono venute a dirci di aver avuto una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Leggi tutto »
DOMENICA II^ DI PASQUA – Marcello Semeraro, Vescovo di Albano
Toccava l’uomo, confessava Dio . «Otto giorni dopo»: comincia così la seconda parte del racconto evangelico e comincia pure una forma nuova di calcolare il tempo; un computo che non corre più verso il settimo, come nella prima creazione, bensì verso l’ottavo giorno che significa la nuova creazione inaugurata con la risurrezione di Cristo e che per noi cristiani è diventato «il primo di tutti i giorni, la prima di tutte le feste, il giorno del Signore» (CCC n. 2174). Di questo primo ottavo giorno ci è stato trasmesso un dialogo, quello tra Gesù e Tommaso, un apostolo che per qualcuno è il tipo dell’uomo che dubita. Ma cosa vuol dire essere dubbioso? Letteralmente s’intende un essere tentennante, ondeggiante.
DOMENICA DI RESURREZIONE DEL SIGNORE: RINASCERE
La nostra vita conosce molti inverni. Ma sempre Dio si affaccia sul mondo perché il suo amore non viene mai meno. E’ questo che tiene insieme ogni cosa. Non si può trattenere la primavera. C’è un momento in cui la vita viene custodita da una apparente ma operosa immobilità che è l’inverno. E’ una vita segreta che al momento giusto vediamo manifestarsi, quando le gemme si distendono in piccole foglie perfette. Questa vita della natura, Gesù ce la descrive nel Vangelo: ” osservate come crescono i gigli del campo “….. Qualche verso sotto troviamo una seconda esortazione: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia…..” Questa espressione poi, ci ricorda un’altra affermazione presente in Geremia: “A te farò dono della vita…” Dio irrompe sulla faccia della terra, nasce, vive a Nazareth, predica, muore e risorge…..L’amore di Dio non si ferma, non si ritira è questo che tiene insieme il mondo. Ma noi non siamo autorizzati a nessuna passività, ad un attendere che tutto capiti. Leggi tutto »
V^ Domenica di QUARESIMA
Riconoscerete che io sono il Signore. Siamo un poco tutti come Lazzaro del vangelo: avvertiamo nella vita il peso della morte e da credenti nutriamo la speranza di passare dalla morte alla vita. Gesù ha promesso: chi crede in me non morirà, ma vivrà in eterno. Ovviamente, della vita in Dio!
Commento di don Mario Albertini
l’amicizia e la vita: sono due cose che ci interessano molto – e sono due cose di cui ci parla con efficacia il vangelo di oggi- Anzitutto viene messo in evidenza il sentimento di amicizia che legava Gesù a Lazzaro. Che fosse suo amico è affermato anche in altre pagine del vangelo, ma qui l’amicizia trova un’espressione nel fatto che presso il sepolcro di Lazzaro Gesù si commuove e piange. Leggi tutto »