XXVI^ DOMENICA ORDINARIA

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Set 262020
 

La giustizia di Dio chiede opere di conversione. Ciascuno di noi, in quanto credente, è chiamato ad una vera conversione, decidendosi, nei fatti, per Dio quale unico be- ne della propria vita. La liturgia ci invita ad affidarci alla giustizia di Dio, riconoscendoci peccatori bisognosi della misericordia del Padre.

Commento di don Mario Albertini

Di buone intenzioni, dice il proverbio, è lastricata la strada che porta all’inferno; non bastano le intenzioni, per quanto buone, ci vogliono i fatti per camminare sulla strada buona..  E’ questo il succo della breve parabola dei due figli. Non è difficile rispondere alla domanda di Gesù: quale dei due è obbediente. Anche se prima aveva detto “non ne ho voglia”, è il primo, perché l’obbedienza sta nei fatti, non nelle parole. Leggi tutto »

XXV^ DOMENICA ORDINARIA

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Set 192020
 

Al servizio dell’eccedente bontà di Dio. La liturgia della Parola ci invita a riconoscere la sovrabbondante bontà di Dio. Come cristiani siamo chiamati a metterci al servizio di questa bontà, senza preoccuparci del “compenso”, ma gioiosi per la chiamata di colui che è semplicemente «buono».

Commento di don Mario Albertini

Avremmo protestato anche noi, come quel tizio, per il modo di fare di quel datore di lavoro. Nella vita sociale e in particolare nei contratti di lavoro i rapporti devono essere regolati dalla cosiddetta giustizia distributiva; soprattutto in materia economica. Però la parabola insegna che ci sono ambiti che possono e devono essere caratterizzati dalla gratuità, per esempio l’amore, l’amicizia, la bontà. Questi ambiti escono dall’universo del calcolo, e formano quello del gratuito, cioè del voler bene e del fare il bene senza pretendere un corrispettivo. Gratis, appunto. E’ bello rendersi conto che quanto si fa per amore, è già una ricompensa. Leggi tutto »

XXIII^ DOMENICA ORDINARIA

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Set 052020
 

La Parola che fonda una comunità fraterna. La liturgia della Parola ci richiama alla responsabilità di ciascuno nei confronti del proprio fratello, affinché nella correzione, nel perdono e nell’aiuto reciproco viviamo in comunità l’universale volontà salvifica di Dio.

Commento di don Mario Albertini

 Non si è cristiani da soli, ma lo si è nella comunità dei cristiani. Certo il rapporto con Dio e con Gesù Cristo deve essere personale; è dall’intimo della mia coscienza che esprimo la mia fede, e nessuno può sostituirmi; è dal mio cuore che sale il mio grazie al Signore, è la mia coscienza che mi fa chiedere perdono perché i peccati sono miei. E tuttavia non si è cristiani da soli, occorre avere un vero rapporto con la comunità. Con quale comunità? Gesù ci dà la risposta con le parole che abbiamo ascoltato.

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XXII^ DOMENICA ORDINARIA

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Ago 292020
 

Vivere la sequela di Gesù e farsi discepoli significa accogliere lo scandalo della croce e riconoscere Dio in colui che si è fatto obbediente fino alla morte.

Commento di don Mario Albertini

   La proposta di seguirlo Gesù la rivolge a tutti, a me come a ciascuno di voi, è un appello alla nostra libertà personale. Se vuoi, seguimi. Se vuoi… Quindi posso non volerlo, ma noi vogliamo accettare il rischio che lui ci propone, quello di essere veri suoi discepoli..E’ rischioso lasciarsi sedurre da Dio, come il profeta della prima lettura: “tu mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre”. E’ rischioso mettersi sulla strada dietro a Gesù come lui richiede. Rischioso perché non sai che cosa Dio ti domanderà, e perché sai che la strada di Gesù porta al Calvario. Rischioso, ma affrontare il rischio della vita come la propone Gesù, contando sull’aiuto e l’amore di Dio, è bello.

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XXI^ DOMENICA ORDINARIA

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Ago 222020
 

Una fede “responsabile” del mistero di Dio. «Ma voi chi dite che io sia?». La domanda che Gesù rivolge ai discepoli invita a superare una fede “troppo umana” per aprirsi al mistero che solo Dio può e ha voluto rivelare nella vicenda di Ge- sù. La professione di Pietro rivela una fede responsabile, capace di accogliere il mistero del Cristo.

Commento di don Mario Albertini

E voi, chi dite che io sia?

   Quel ‘voi’, ai quali Gesù rivolge la domanda, siamo noi, è ciascuno di noi. Se qualcuno ci chiedesse a bruciapelo: chi è per te Gesù? – ci metterebbe in imbarazzo perché è difficile rispondere a domande così dirette. Perché non è sufficiente ripetere quello che dicono gli altri, neanche semplicemente ripetere quello che abbiamo imparato al catechismo, ma bisogna trovare dentro di noi una risposta personale, che cioè parta dalle nostre convinzioni profonde e dalla nostra vita.

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