I^ DOMENICA DI AVVENTO

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Nov 282020
 

Una vigilante attesa di salvezza. L’inizio dell’anno liturgico si apre con un invito alla vigilanza, perché malgrado Dio possa sembrare lontano o assente, egli, in maniera imprevedibile e sorprendente, sta per giungere portando con sé la salvezza per il suo popolo.

COMMENTO DI DON MARIO ALBERTINI

Molto bella, e la vogliamo fare nostra, la  preghiera del profeta Isaia riportata nella prima lettura:  “Tu, Signore, tu sei nostro padre…(se ti sei allontanato) Ritorna per amore di noi , tuoi servi… Tu sei nostro  padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi  siamo opera delle tue mani”. Espressiva e consolante questa immagine delle mani di  Dio creatore che hanno racchiuso e plasmato con amore  quell’argilla che siamo noi. Questa preghiera ci aiuta a  cominciare bene l’anno liturgico, perché ci fa rinnovare  l’atto di fede nell’amore di Dio che ci è Padre, e  l’impegno a orientare a Lui la nostra vita.  Leggi tutto »

Gesù Cristo, Re dell’universo

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Nov 212020
 

La regalità di Cristo, giudice dell’amore. Sull’esempio del buon pastore, che ha cura del proprio gregge, il cristiano è chiamato a imitare l’amore di Cristo verso «i più piccoli», riconoscendo in essi la presenza stessa del Risorto che, alla fine dei tempi, giudicherà i giusti e gli empi.

Commento di don Giulio Fabris

L’anno liturgico si chiude con la solennità di Cristo Re dell’Universo. una definizione chiara di questa solennità ce la dà la Gaudium et Spes al n. 45, quando dice: “Il Signore è il fine della storia umana, il punto focale dei desideri della storia e della civiltà, il centro del genere umano, la gioia d’ogni cuore, la pienezza delle loro aspirazioni”. Quanto ascolteremo nel Vangelo di oggi si riferisce al cosiddetto “discorso escatologico”, cioè che riguarda la fine dei tempi. Leggi tutto »

XXXIII^ domenica ordinaria

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Nov 142020
 

Portare frutto nel tempo dell’attesa. Vivere la fede significa assumersi la responsabilità di una chiamata, un «talento» che ci è affidato affinché porti frutto. Nel tempo dell’attesa il credente è invitato a l’operosità vigilante, così che, al ritorno del padrone, possa prendere parte alla gioia della salvezza.

Commento di don Mario Albertini

  Nella parabola dei talenti, immagino che anche per voi, come per me, ad attirare l’attenzione sia il terzo servo, che non ha fatto fruttificare il talento ricevuto. Cosa ha compiuto di male, dove ha sbagliato per sentirsi condannare come malvagio e pigro? La chiave sta nelle parole che lui rivolge al padrone: tu sei duro ed esigente, e metti paura. Non si è dato da fare perché il suo rapporto con il padrone era di non-fiducia, di paura. Leggi tutto »

XXX DOMENICA ORDINARIA

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Ott 242020
 

L’amore, origine e compimento della Legge. Seguire l’esempio del Signore è la strada maestra per testimoniare al mondo l’amore di Dio nei confronti del suo popolo. Dalla legge sinaitica al «comandamento nuovo» di Gesù, il fil rouge è il medesimo: nell’amore del prossimo si riflette l’amore di Dio e dall’amore di Dio nasce l’amore per il prossimo.

Commento di don Mario Albertini

Sui lati delle strade di montagna, quando c’è la neve, sono infissi dei paletti colorati di giallo; sull’autostrada da una parte e dall’altra della carreggiata c’è il gardrail. Paletti e gardrail che funzione hanno? stanno lì per dirti: questi sono i confini, se esci, finisce male. Ebbene: avete presente i 10 comandamenti? 8 su 10 sono espressi in forma negativa: Non rubare; non uccidere; non dire il falso; non avere cupidigia… Con questo: no, no, no – i comandamenti indicano cosa si deve evitare per non uscire dalla relazione con Dio.  Leggi tutto »

XXIX^ DOMENICA ORDINARIA

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Ott 172020
 

Vivere nel mondo al cospetto di Dio. Il cristiano sa che la fede non è un affare privato: l’impegno sociale e politico non è separato dalla relazione con Dio. Al contrario, è necessario rimettere sempre al centro il Signore, quale custode della storia, per garantire un vivere sociale giusto e realmente umano.

Commento di don Mario Albertini

La questione fiscale non è di attualità solo oggi, lo era anche ai tempi di Gesù, quando la gente era doppiamente malcontenta: prima perché doveva pagare le tasse, poi  perché le entrate finivano a Roma. Ma quelli che pongono la domanda a Gesù (“è lecito o no pagare le tasse a Cesare?”) lo fanno con l’intenzione di tendergli un tranello: se dice di no (pensano), lo denunciamo all’autorità romana; se dice di si, lo presentiamo al popolo come un collaborazionista degli occupanti. Leggi tutto »