PRIMA DOMENICA DI AVVENTO

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Nov 262022
 

Vigilanti per il futuro. La preparazione
a celebrare la prima venuta del Signore, ci invita a guardare alla sua prossima venuta nella gloria. Dobbiamo essere vigilanti, perché l’ul-
timo giorno tutti i popoli saranno radunati, ma ciascuno, singolarmente, verrà giudicato dal Figlio dell’uomo.

Dove sono i sentieri del Signore? Nella prima lettura è detto: il Signore “ci indichi le sue  vie, così che possiamo camminare per i suoi sentieri”. E  poi anche: “Camminiamo nella luce del Signore”.  Ci viene dunque proposto un cammino per i sentieri del  Signore – nella luce. Questa duplice indicazione  dovrebbe caratterizzare questo mese, che liturgicamente è  detto avvento, cioè preparazione a quella venuta del  Redentore che rivivremo il giorno di Natale, preparandoci  però anche all’incontro definitivo con lui. Perché Gesù  non sta dietro a noi, nel passato, ma sta davanti;  dobbiamo invocarlo “Vieni, Signore Gesù”, e di fatto lui  vi viene incontro e noi dobbiamo muoverci verso di lui.  E’ di questo che parla Gesù nella pagina del vangelo. 

 Dunque: “Camminare per i sentieri del Signore”. La  parola sentieri evoca un percorso che può essere difficile,  ma che porta in su, verso il sereno. 

 L’invito a camminare per i sentieri del Signore è,  ancora una volta, appello alla nostra libertà. La libertà  non è fare ciò che si vuole, ma essere capaci di fare le  scelte giuste. Noi siamo di continuo nella necessità di  scegliere, e ogni scelta, anche nel piccolo, ha delle  conseguenze per il futuro. Le scelte giuste non sono  quelle che vengono proposte dalla pubblicità, dalla moda,  da chi ha la voce più suadente, ma sono quelle che sono  orientate al bene, al meglio.  Però c’è da fare una scelta fondamentale, quella che dà  colore e valore a tutte le altre: aprire il cuore all’amore di  Dio che si rivela e si dona in Gesù.

Ho cominciato col chiedere: dove sono questi sentieri  del Signore? Ebbene, saremo noi a scoprirli, dentro di  noi, se ci mettiamo nella luce del Signore. 

 Le quattro candele che gradualmente verranno accese  nelle quattro domeniche che ci preparano al Natale stanno  ad indicare che il nostro cammino per incontrare il  Signore Gesù nella celebrazione natalizia è, deve essere,  un cammino di luceLa luce viene a noi dalla Parola di Dio, quella che  ascoltiamo nella liturgia della Messa, ma pure quella che  con buona volontà vogliamo ascoltare anche leggendo per  conto nostro a casa qualche frase del vangelo. Sarebbe un  impegno facile e bello, questo: ogni giorno, una frase del  vangelo che illumini la nostra mente e il nostro cuore.  Questa luce porterà a rendere vera anche l’espressione  che abbiamo ripetuto nel salmo responsoriale: andiamo  con gioia incontro al Signore. Luce e gioia come  caratteristiche del cammino dell’avvento. Si tratta della  virtù della speranza, la speranza di venire immersi, un  giorno, nella luce trasformante che è Dio, in paradiso. 

 In questo modo riusciremo a obbedire all’esortazione di  Gesù, sentita a conclusione della pagina del vangelo:  “state pronti”. Stare pronti per operare bene e per il bene,  e allora ogni giorno riconosceremo la presenza di Dio  nella nostra vita. Se camminiamo davvero per i suoi  sentieri, siamo certi che il Natale sarà più ricco che mai di  luce, di gioia, di grazia, di amore.  Gesù dice a noi: State pronti!  Noi diciamo a lui: Vieni, Signore Gesù.

GESU’ CRISTO, RE DELL’UNIVERSO

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Nov 192022
 

La croce, segno regale di salvezza. Il cuore della liturgia della Parola di quest’ultima domenica dell’anno liturgico ci insegna come guardare al Crocifisso, riconoscendo in lui il Salvatore e redentore, colui nel quale fin dall’inizio è pensata la creazione, il re unto da Dio, compimento della regalità di Davide.

   Cosa vuol dire in questa domenica, che chiude l’anno liturgico, celebrare Cristo re dell’universo? Vuol dire riconoscere che Cristo è il culmine della storia, il punto d’arrivo della storia di tutta l’umanità e delle nostre piccole storie, riconoscere che in lui, nel Cristo, tutto trova senso e pienezza. Le preghiere liturgiche di solito terminano con l’affermazione: “Egli vive e regna nei secoli dei secoli”; questa insistenza è per evidenziare che la regalità di Cristo non è un modo di dire, ma una realtà. Egli vive e regna Leggi tutto »

XXXIII^ DOMENICA ORDINARIA

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Nov 122022
 

La fede di fronte ai giorni della fine. Lo sguardo del credente è chiamato ad aprirsi sulla realtà degli ultimi giorni, la fine in cui si avrà la venuta e il giudizio di Dio. Non si deve averne timore ma nemmeno restarne indifferenti; ci volgiamo a questo giorno con fede e speranza, vivendo sempre all’insegna del Vangelo.

Commento di Don Mario Albertini

E’ una catastrofe, quella annunciata dal vangelo di oggi, ma a capirla bene è una buona catastrofe! – e la prima lettura ci aiuta a capirla così: il giorno del Signore sarà “un giorno rovente” per coloro che commettono ingiustizia, ma “per voi, (speriamo di essere noi, questi) per voi cultori del mio nome, sorgerà il sole di giustizia”. Come dire: per voi, se mi sarete fedeli, tutto sarà per il bene. Leggi tutto »

XXXII^ DOMENICA ORDINARIA

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Nov 052022
 

La fede nella risurrezione, ovvero vivere in Dio. La prima lettura ci ricorda che la fede nella risurrezione si radica nella fede nel Dio Creatore, che non abbandona la propria creatura ma la tiene in vita, per sempre. Gesù conferma questa stessa verità, rivelando l’amore del Dio vivente, nel quale tutti vivono.

Commento di Don Mario Albertini

Strana questa disputa sulla donna che ha avuto sette mariti – anche se al giorno d’oggi succede che qualche diva del cinema li abbia proprio avuti, sei-sette mariti – o viceversa qualche attore sei-sette mogli – e certo non si pongono il problema dell’aldilà. Ma la disputa parte da un interrogativo serio: cosa c’è oltre la morte? Leggi tutto »

XXXI^ DOMENICA ORDINARIA

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Ott 292022
 

La prossimità di Dio genera conversione. Il Creatore non è indifferente alle sue creature ma le ama e le custodisce, con il desiderio di condurle al loro compimento. È questa la dinamica della conversione anche nel Nuovo Testamento, che inizia con lo sguardo d’amore di Gesù e arriva al pentimento del peccatore.

Commento di DON MARIO ALBERTINI

Prima è detto che Zaccheo cercava di vedere Gesù, e poi Gesù lo guarda e infine dice che era lui che stava cercandolo. Due sguardi – due ricerche. Ecco il racconto del vangelo: Zaccheo vuole vedere Gesù, e con una maniera piuttosto insolita per un alto funzionario del fisco com’era lui, si arrampica su una pianta, certamente vincendo anche un po’ di vergogna… Ma ecco che è Gesù lo chiama per nome, e si auto-invita a casa sua. E alla fine dice che lui era “venuto a cercare e salvare ciò che era perduto”. Ed è proprio così anche per noi: se si cerca il Signore con sincerità, nella riflessione e nella preghiera, non saremo noi a trovare lui, sarà lui che troverà noi. “Io ti cercavo, o Dio, – scrive sant’Agostino – e tu eri già con me!”. Leggi tutto »